mercoledì 19 novembre 2025

Cane che abbaia in condominio: cosa fare e cosa si rischia

La presenza di animali domestici può causare conflitti in condominio: ecco cosa dice la legge quando un cane disturba la quiete pubblica.

Vivere in condominio significa accettare regole di convivenza, ma anche esercitare una buona dose di tolleranza. Talvolta, uno dei motivi di attrito riguarda l’abbaiare di un cane.

Se è vero che la libertà di avere un animale domestico è tutelata dalla legge – in particolare, l’art. 1138 c.c., modificato dalla legge 220/2012, prevede che il regolamento condominiale non possa vietare la detenzione di animali – è altrettanto vero che nessuno è autorizzato a perdere il controllo e diventare aggressivo verso i proprietari dell’animale. 

L’abbaiare può essere molesto, ma non giustifica atteggiamenti offensivi, minacce o persecuzioni: chi reagisce in questo modo rischia di passare dalla parte del torto. La convivenza civile si misura, infatti, proprio nella capacità di gestire i conflitti con equilibrio e rispetto reciproco, anche quando il fastidio è reale.

Cosa fare se il cane (proprio o del vicino) abbaia in condominio

Il punto di partenza, in ogni caso, è capire perché il cane abbaia. Spesso si tratta di ansia, noia o risposta a rumori esterni. Il proprietario deve impegnarsi a ridurre il disturbo: più passeggiate, tempo di presenza, addestramento, o ricorso a un educatore cinofilo. Anche piccoli accorgimenti – chiudere finestre, evitare di lasciarlo in balcone per ore – possono fare la differenza.

Se i vicini si lamentano, la cosa migliore è ascoltare e dialogare: dimostrare disponibilità, riconoscere il disagio e cercare soluzioni condivise.

Dall’altra parte, chi subisce il disturbo non deve reagire con rabbia. È legittimo chiedere che il rumore cessi, ma solo con gli strumenti corretti: una segnalazione all’amministratore, una lettera cortese al proprietario o, se il problema persiste, una verifica da parte della polizia locale. 

Cosa fare se la situazione degenera

È possibile richiedere al giudice misure urgenti ai sensi dell’art. 700 c.p.c. per ottenere un provvedimento di cessazione del disturbo. Sul punto si può richiamare una recente pronuncia del Tribunale di Bologna – ordinanza n. 11396 del 27 ottobre 2025 – con la quale è stata disposta l’immediata rimozione dei cani e lo spostamento in altro luogo, in ragione di un rumore misurato con picchi fino a 68,5 dB e un differenziale acustico di circa 18 dB rispetto al rumore di fondo. 

La pronuncia richiama anche la Sentenza Cassazione SS.UU. n. 4848/2013 secondo cui la soglia di tollerabilità è violata quando il rumore prodotto dall’animale supera di oltre 3 dB quello ambientale. 

E dunque: dialogo, prevenzione e, se necessario, azione legale con documentazione.

Cane che abbaia in condominio: cosa si rischia

Le conseguenze legali non riguardano solo chi lascia abbaiare il cane senza controllo.

Se l’abbaiare è continuo, protratto e supera la “normale tollerabilità” prevista dall’art. 844 c.c. (che disciplina le immissioni), allora il proprietario può essere chiamato a far cessare le immissioni rumorose, in via cautelare e d’urgenza, e – nei casi più gravi – a risarcire i danni. In provvedimento del Giudice Bolognese sottolinea come, in presenza di danno alla salute (insonnia, ansia, certificati medici) e di misurazione tecnica del rumore, sia legittimo ordinare la rimozione dell’animale. 

Ma attenzione: anche chi reagisce in modo improprio corre rischi seri. Offendere, minacciare o perseguitare il vicino che possiede un cane non è “sfogo”, ma può integrare reati come le molestie (art. 660 c.p.), le minacce (art. 612 c.p.) o, se le condotte sono reiterate e causano paura o ansia, persino atti persecutori (art. 612-bis c.p.). In questi casi, il proprietario del cane diventa a sua volta vittima, e può sporgere denuncia.

Conclusione

La vita in condominio è fatta di equilibri sottili: il diritto di avere un animale e quello di vivere in tranquillità devono convivere.

Se il cane abbaia in condominio, il proprietario deve assumersi le proprie responsabilità e limitare i disturbi, ma i vicini devono mantenere rispetto e misura. Nessuna esasperazione, nessuna aggressività: solo il dialogo, la comprensione e, se necessario, l’intervento delle autorità competenti possono risolvere la questione nel rispetto della legge e della buona convivenza.