martedì 28 novembre 2017

La surroga del mutuo

Oggi parliamo di surroga, con un esempio per rendere la descrizione più palpabile:

Marco e i suoi amici ci accompagneranno attraverso la sostituzione del mutuo da una banca all’altra
Si dice che la vita inizi a 40 anni, a quest’età si è più felici, soddisfatti e meno stressati, gli studi lo confermano e Marco non potrebbe essere più d’accordo. Il nostro inquilino del primo piano ha da poco avviato le pratiche per il divorzio, ma non ha perso il suo sorriso e la sua vitalità anche grazie al suo lavoro di pediatra e ai suoi piccoli pazienti, che gli hanno insegnato a rialzarsi con coraggio dopo ogni caduta.
Laura e John sono gli amici storici di Marco, uniti dalle scuole superiori, hanno vissuto esperienze indimenticabili, hanno festeggiato i momenti belli e superato insieme le difficoltà sui banchi di scuola e nel mondo del lavoro, senza mai perdere l’occasione di ritrovarsi a chiacchierare davanti a birra e patatine.
La prima ad aver acquistato una casa è stata la più intraprendente del gruppo, Laura, seguita da John e Marco in questo grande passo qualche anno dopo. Tutti e tre per comprare il loro primo appartamento hanno dovuto chiedere un mutuo, ma adesso con tante spese da sostenere il nostro affascinate pediatra vorrebbe cercare di risparmiare un po’. Laura gli ha parlato della surroga, la sostituzione del mutuo passando da una banca a un’altra che offre condizioni più vantaggiose, senza però modificare il tipo di mutuo stipulato in origine e il suo scopo.
I benefici potrebbero essere molti: la portabilità del mutuo è gratuita dal 2007 grazie al Decreto Bersani, per cui tutte le spese delle pratiche per il passaggio sono a carico della banca di destinazione; inoltre la vecchia banca non ha diritto a ricevere alcun preavviso e questa non può opporsi alla surroga, ma anzi deve avviare tempestivamente le pratiche se non vuole incorrere in sanzioni.
Attualmente un mutuo su 6 è stato surrogato, ma l’avvio di questa pratica non è stato facile e dopo un momento di rodaggio, nel 2009 in molti sono riusciti a sostituire i prodotti stipulati negli anni precedenti con contratti più vantaggiosi. Laura è riuscita ad abbassare il tasso fisso del suo mutuo passando da una banca a un’altra nel 2012, prima che iniziasse il periodo grigio dell’economia e che i tassi degli spread praticati dagli istituti di credito si alzassero dall’1% a oltre il 3%.
Ed eccolo lì uno dei termini più gettonati da giornali e telegiornali, il temutissimo spread, ma cos’è davvero? Marco e John sono confusi e anche Laura lo era, ma poi le hanno spiegato che lo spread altro non è che una componente del tasso di interesse pagato dal mutuatario e rappresenta il margine di guadagno dell’istituto di credito che concede il finanziamento. La sua funzione è quella di garantire alla banca un compenso sufficiente per la copertura delle spese di gestione, quelle amministrative, il rischio che deriva dal finanziamento e un margine di profitto.
Allo spread poi devono essere sommati l’Euribor o l’Irs a seconda che si parli rispettivamente di mutui a tasso variabile o a tasso fisso: l’Euribor (Euro Inter Bank Offered Rate) è il tasso di interesse applicato agli scambi interbancari, ovvero il prezzo che le banche danno al denaro; mentre l’Irs (Interest Rate Swap) è il tasso di interesse applicato alle operazioni di scambio sottoscritte dagli istituti bancari europei a copertura del rischio di interesse.
Nel 2015, con lo spread in discesa, l’Euribor negativo e l’Irs ai minimi storici, i mutui sono tornati a essere competitivi e hanno provocato una corsa alla sostituzione dei prodotti più cari.
Date, definizioni e percentuali a Marco comincia a girare la testa, ma questa volta non è colpa della birra, Laura lo rassicura, la surroga è ciò che fa per lui! Nel 2017 il 18% dei mutui sono stati surrogati, perché in questo momento le banche pur di erogare mutui a tasso fisso, stanno praticando degli sconti sullo spread, ovvero stanno riducendo il loro margine di profitto.
Per John invece, che ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile, sarà meglio ripensarci nel 2018, nel caso dovessero registrarsi cambiamenti repentini degli indici Euribor.
Ma quali sono i documenti da compilare per surrogare? Cosa si deve fare? Marco vuole una lista dettagliata e allora Laura prende carta e penna e comincia a elencare:
– documentazione reddituale, per garantire alla nuova banca che il titolare del mutuo possa far fronte ai pagamenti;
 documentazione anagrafica, certificato di nascita, di stato civile, il documento di identità e la copia del CF;
– documentazione sull’immobile e sul mutuo precedente.
Una volta che si è in possesso di tutta la documentazione necessaria è possibile recarsi dalla nuova banca. È importante ricordarsi che sarà possibile modificare tutte le condizioni legate al contratto del mutuo, come l’importo della rata, i tassi di interesse e lo spread, ma non sarà possibile rivedere l’importo trasferito, esso dovrà essere pari al debito residuo che si aveva con la banca surrogata.
Questa è stata davvero una cena impegnativa, proficua certo, ma spossante, con tutte queste informazioni da carpire, ora è il momento di concedersi una fetta di torta gigante e di brindare, alla surroga ovviamente!

lunedì 20 novembre 2017

Perché conviene affittare una casa a canone concordato?

Avere una seconda casa e lasciarla disabitata comporta importanti costi perché, seppur inutilizzata, sarà necessario sostenere numerose spese per poterla mantenere. Sulla seconda casa infatti si pagano Imu e Tasi, dai quali si è esenti quando si parla invece di prima casa, le spese condominiali e anche le utenze che rimangono attive, le quali inoltre, se utilizzate, sono soggette a prezzi più alti. Inoltre possedere una casa aumenta il proprio reddito, dunque deve essere inserita nella dichiarazione e i costi aumentano.

affitto a canone libero o concordato

È dunque una buona idea quella di trovare un inquilino affidabile e dare in affitto l’immobile per trasformare i costi in entrate economiche. I proprietari di unità immobiliari possono scegliere il tradizionale contratto a canone libero oppure quello a canone concordato con il quale si possono ottenere importanti agevolazioni fiscali fra cui la Cedolare secca al 10% e una riduzione di Imu e Tasi, potendo arrivare a raggiungere un risparmio sulle tasse di oltre il 50%.
L’interesse verso il canone concordato è in crescita da parte delle istituzioni. Non a caso nella legge di Bilancio 2018 è prevista una proroga della cedolare secca al 10% per gli affitti a canone concordato. Sono possibili, inoltre, interessanti novità per le locazioni commerciali.

canone concordato milano 2016

Anche la città di Milano segue questa tendenza e dimostra un aumentato interesse, nell’ultimo periodo, nei confronti del canone concordato. L’osservatorio immobiliare dell'agenzia delle entrate rileva su Milano nel rapporto 2016, con dati riferiti all'anno precedente, 855 contratti stipulati a canone concordato a Milano, dato che sale a 1767 nel rapporto 2017 relativo al 2016. Ed è anche grazie agli affitti a Canone Concordato che il mercato delle locazioni nel territorio di Milano registra una ripresa e cresce la domanda di alloggi di fascia media ad uso abitativo a lungo termine.

calcolo canone concordato milano

Ma quali sono i reali vantaggi economici per i proprietari che scelgono il canone concordato? Rosa Cioffi, project manager di Milano Abitare, un’agenzia sociale per la locazione che opera tra privati e nata a da una co-progettazione tra il Comune di Milano e la Fondazione Welfare Ambrosiano e si occupa di promuovere il canone concordato in città, ce lo spiega in un interessante video. Inoltre, per chi fosse interessato, a questo link http://www.milanoabitare.org/ si può effettuare facilmente il calcolo e verificare il reale vantaggio di questo tipo di contratto.

martedì 14 novembre 2017

Sicurezza nei luoghi di lavoro: tra sinergia e condivisione

La quinta Giornata Nazionale della Sicurezza è proseguita nel pomeriggio con la tavola rotonda “La sicurezza nei luoghi di lavoro: sinergia e condivisione” moderata dalla giornalista del Tg2 Maria Concetta Mattei. Secondo Piercarlo Maggiolini (Politecnico di Milano) “nel mo determinati rischi è necessario offrire garanzie di qualità. Non si può lavorare in qualità fornendo la propria prestazione in modo gratuito, per questo la sentenza del Consiglio di Stato ci ha colto di sorpresa”. Un’affermazione in linea col concetto espresso nella presentazione del Presidente CNI Armando Zambrano. 

Nazzareno Iarrusso (FederArchitetti) ha sottolineato l’aspetto legato agli incidenti sul lavoro: “Esiste la copertura RC per i professionisti, ma resta il penale. I bisogna contribuire e collaborare per diffondere la cultura della sicurezza, facendo in modo che tutti i portatori d’interesse del settore possano elaborare strategie di collaborazione”. 

Per Bruno Giordano (Magistrato di Corte di Cassazione si attendono gli adeguamenti normativi. “Quando parliamo di prevenzione e sicurezza se vogliamo evitare i luoghi comuni e intraprendere la strada della concretezza dobbiamo capire che la sicurezza è distillato di bene collettivo. E’ un bene comune perché ha dei costi che sono sostenuti da tutto l’apparato statale”. Giuseppe Piegari (Ispettorato Nazionale del Lavoro) ha evidenziato la problematica dei falsi attestati. “In tema di sinergie sarebbe oppo collaborazione con gli organi di vigilanza. E’ necessario perché l’Ispettorato del lavoro ha a disposizione un numero piuttosto contenuto di ispettori: solo 280 sul territorio nazionale”.  La tavola rotonda condotta da Maria Concetta Mattei (Tg2) ha chiuso i lavori della quinta Giornata della Sicurezza organizzata dal CNI. Nazionale della Sicurezza è proseguita nel pomeriggio con la tavola rotonda “La sicurezza nei luoghi di lavoro: sinergia e condivisione” moderata dalla giornalista del Tg2 Maria Secondo Piercarlo Maggiolini (Politecnico di Milano) “nel momento in cui ci si avvicina a determinati rischi è necessario offrire garanzie di qualità. Non si può lavorare in qualità fornendo la propria prestazione in modo gratuito, per questo la sentenza del Consiglio di Stato ci ha colto di one in linea col concetto espresso nella presentazione del Presidente CNI Armando Zambrano. Nazzareno Iarrusso (FederArchitetti) ha sottolineato l’aspetto legato agli incidenti sul lavoro: “Esiste la copertura RC per i professionisti, ma resta il penale. I bisogna contribuire e collaborare per diffondere la cultura della sicurezza, facendo in modo che tutti i portatori d’interesse del settore possano elaborare strategie di collaborazione”. 

Per Bruno Giordano (Magistrato di Corte di Cassazione) bisogna applicare il testo unico ma ancora si attendono gli adeguamenti normativi. “Quando parliamo di prevenzione e sicurezza se vogliamo evitare i luoghi comuni e intraprendere la strada della concretezza dobbiamo capire distillato di bene collettivo. E’ un bene comune perché ha dei costi che sono sostenuti da tutto l’apparato statale”. Giuseppe Piegari (Ispettorato Nazionale del Lavoro) ha evidenziato la problematica dei falsi attestati. “In tema di sinergie sarebbe oppo collaborazione con gli organi di vigilanza. E’ necessario perché l’Ispettorato del lavoro ha a disposizione un numero piuttosto contenuto di ispettori: solo 280 sul territorio nazionale”. La tavola rotonda condotta da Maria Concetta Mattei (Tg2) ha chiuso i lavori della quinta Giornata Nazionale della Sicurezza è proseguita nel pomeriggio con la tavola rotonda “La sicurezza nei luoghi di lavoro: sinergia e condivisione” moderata dalla giornalista del Tg2 Maria mento in cui ci si avvicina a determinati rischi è necessario offrire garanzie di qualità. Non si può lavorare in qualità fornendo la propria prestazione in modo gratuito, per questo la sentenza del Consiglio di Stato ci ha colto di one in linea col concetto espresso nella presentazione del Presidente CNI Armando Zambrano. 

Nazzareno Iarrusso (FederArchitetti) ha sottolineato l’aspetto legato agli incidenti sul lavoro: “Esiste la copertura RC per i professionisti, ma resta il penale. In questo senso bisogna contribuire e collaborare per diffondere la cultura della sicurezza, facendo in modo che tutti i portatori d’interesse del settore possano elaborare strategie di collaborazione”. ) bisogna applicare il testo unico ma ancora si attendono gli adeguamenti normativi. “Quando parliamo di prevenzione e sicurezza – ha detto - se vogliamo evitare i luoghi comuni e intraprendere la strada della concretezza dobbiamo capire distillato di bene collettivo. E’ un bene comune perché ha dei costi che sono sostenuti da tutto l’apparato statale”. Giuseppe Piegari (Ispettorato Nazionale del Lavoro) ha evidenziato la problematica dei falsi attestati. “In tema di sinergie sarebbe opportuno una collaborazione con gli organi di vigilanza. E’ necessario perché l’Ispettorato del lavoro ha a disposizione un numero piuttosto contenuto di ispettori: solo 280 sul territorio nazionale”. 

Per Ester Rotoli (Inail) è necessario verificare l’efficacia dell’azione legislativa: “noi legiferiamo e non valutiamo gli effetti della legislazione, salvo poi applicare dei correttivi”. Stefano Bergagnin (CNI) ha lamentato il fatto che gli ingegneri vengano coinvolti con notevole ritardo nello sviluppo dei piani della sicurezza. “Nel Regno Unito – ha detto - i costi per la sicurezza vengono calcolati con largo anticipo perché la sicurezza va progettata, questo è l’investimento corretto. Non pensarci nel momento giusto significa dover sostenere dei costi molto più elevati in un secondo momento”. 

Fabio Potrandolfi (Confindustria) ha sostenuto la necessità di una formazione fatta assieme da scuola e impresa: “La sinergia scuola lavoro deve essere sempre presente. Per questo motivo Confindustria ha chiesto che la scuola inserisca insegnamenti di salute e sicurezza, un momento determinante per la forma mentis della persona. La propensione al rischio è della persona”. Michele Tritto (Ance) ha sottolineato che “la normativa italiana è tra le più complete ma la norma viene letta spesso come un appesantimento burocratico. Stiamo combattendo una battaglia per la semplificazione amministrativa. Si parla molto di digitalizzazione e noi vorremmo che questa fosse estesa così da rendere più fruibile la normativa per accelerare le pratiche”. 

Cinzia Frascheri (Cisl) è tornata sul tema del testo unico: “Se vogliamo definirlo testo unico dobbiamo rivederlo in maniera sistemica”. Tolomeo Litterio (Corpo Nazionale Vigili del Fuoco), infine, ha rappresentato l’esperienza del suo corpo caratterizzato da una “doppia attività: prevenzione ed intervento in emergenza. Noi facciamo dei controlli e tendiamo ad espletare attività di prevenzione sul territorio”.

giovedì 9 novembre 2017

Immobiliare Residenziale, Tre Anni Di Recupero Post-Crisi

Stando a quanto afferma il dossier OMI sull’andamento del mercato immobiliare residenziale italiano, nel corso del II trimestre 2017 le compravendite abitative sarebbero cresciute di oltre 5.000 abitazioni rispetto allo stesso quarto del 2016, per un volume pari a 145.529 unità. L’incremento tendenziale è pari al +3,8%, e pur rallentando rispetto al +8,6% che invece era stato segnato nel corso del trimestre precedente, permette agli analisti dell’immobiliare tricolore di concludere facilmente come il mercato delle abitazioni sia in recupero quasi ininterrotto dal 2014, e che sul piano del volumi scambiati, gli effetti della pesante contrazione del 2012 sono quasi del tutto riassorbiti. 

Crescono anche le superficie compravendute

Alla crescita del numero di operazioni di compravendita è intuibilmente corrisposta anche una crescita delle superfici oggetto di transazione: l’OMI segnala nel suo report trimestrale che alle oltre 145 mila abitazioni compravendute sono risultati essere equivalenti 15,3 milioni di metri quadri, in aumento del 3,8% su base annua e, dunque, esattamente in linea con il rialzo del numero di unità immobiliari oggetto di compravendita.
A conferma di ciò sia d’altronde sufficiente dare uno sguardo al dato della superficie media dell’abitazione compravenduta, che risulta essere pari a poco più di 105 metri quadri nel II trimestre 2017, immutata rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Le superfici medie più elevate delle abitazioni scambiate si osservano nel Nord Est, con gli immobili che hanno in media superato i 112 metri quadri, mentre le abitazioni più piccole sono state quelle acquistate nel Nord Ovest, con 101 metri quadri circa.

Le compravendite per dimensione

Passando poi all’analisi dei dati di compravendite di abitazioni per la loro dimensione, con statistiche aggregate per tagli dimensionali, la maggior parte delle compravendite nel corso del II trimestre 2017 ha riguardato le unità con una superficie dimensionale compresa tra 50 e 85 metri quadri, con una quota di oltre il 30% del totale degli acquisti, mentre la classe di superficie tra gli 85 e i 115 metri quadri ha assorbito una quota di mercato del 27,7% del totale.
tagli più grandi (intendendo per tali le classi tra 115 e 145 metri quadri, e oltre i 145 metri quadri) hanno pesato per circa il 16% ciascuno, mentre la quota di acquisti di unità di taglio più piccolo, fino a 50 metri quadri, è stata del 9% circa.
Si noti altresì come la distribuzione delle compravendite secondo il taglio dimensionale si mostri in linea con la distribuzione nazionale, con sole alcune eccezioni: nel Nord Est, in particolar modo, le case più grandi hanno inciso per più del 20% sul totale delle compravendite, mentre quelle che hanno una superficie compresa tra i 50 e gli 85 metri quadri, che già rappresentano in tutte le aree geografiche il peso predominante, hanno un peso oltre il 35% nel Nord Ovest.
Analizzando poi i tassi tendenziali del mercato per quanto concerne ancora il II trimestre 2017, rispetto all’omologo periodo del 2016, per classi dimensionali di abitazioni, emerge ancora una maggiore crescita per le unità che hanno una superficie inferiore ai 50 metri quadri, in incremento del 5,7%. Le abitazioni che hanno una superficie maggiore di 115 metri quadri hanno invece conseguito – a livello nazionale – una prestazione inferiore rispetto alla media del mercato.

martedì 7 novembre 2017

Psicologia dell'imprudente: come evitare errori quando affittiamo o acquistiamo una casa

“Avrei dovuto pensarci meglio”. Questa è la frase che pronunciamo quando scopriamo che l’operazione appena portata a termine è piena di errori: abbiamo pagato troppo, abbiamo scelto male, sono emersi problemi fino a quel momento nascosti.
Gli psicologi chiamano questo errore di giudizio “bias cognitivo”. E’ un errore umano causato dal non far prevalere la ragione sull’emozione. Il premio Nobel per l’economia, Richard Thaler, ha scritto un libro intitolato “Misbehaving”, nel quale dice che “secondo la premessa centrale della teoria economica le persone scelgono l’ottimizzazione (scegliendo il meglio)...”. Ma Thaler lo dubita: afferma che gli economisti lo sostengono perché “non hanno passioni: pensano come il signor Spock di Star Trek”.
Ecco le sciocchezze che vengono commesse:
Le parole seducenti. Quando ci mostrano un appartamento su Internet ci parlano della “deliziosa stanza dei bambini” o della “grande cucina americana”. Queste visualizzazioni creano nelle nostre menti degli schemi mentali che condizionano il nostro interesse. Per evitare ciò, basta chiedersi come sono in realtà questi luoghi senza l’aggiunta degli aggettivi.
Mancanza di tempo. Il lavoro ci impedisce di dedicare il tempo necessario all’acquisto o alla locazione di una casa, in modo da poter esaminare con attenzione tutte le offerte e poi trarre le conclusioni. E qui sta l’errore. Le probabilità di sbagliare e rimpiangere la scelta fatta sono direttamente proporzionali alla scarsità di tempo investito. Il cervello vuole risparmiare energia e prende decisioni affrettate. Per evitare ciò, è sufficiente prendere ogni giorno un po’ di tempo per esaminare i diversi annunci e fissare qualche visita nel fine settimana. Bisogna avere metodo.
Maneggiare pochissime informazioni. L’esperienza si vede nel prendere le giuste decisioni basate su tutte le informazioni immagazzinate nella nostra vita in un determinato campo. Ma l’acquisto o l’affitto di una casa avviene di tanto in tanto. Per compensare ciò, è necessario raccogliere il maggior numero possibile di informazioni ed elaborarle. Questo permetterà al cervello di prendere la decisione migliore.
L’ossessione del dettaglio. Non c’è alcun appartamento o casa ideale, c'è sempre qualcosa che non va. A volte scartiamo un immobile perché siamo ossessionati da un particolare. Bisogna, invece, considerare tutto nel suo insieme. In questo modo non si rischia di perdere un affare.
Decisioni in coppia. Quando si negozia per acquistare o affittare un appartamento in coppia, si confrontano due modi di vedere la realtà. Questo non sarebbe un problema se i due fossero sinceri. Ma ci sono sempre pregiudizi cognitivi basati su complessi inconsci: ci sono brutti ricordi per uno dei due, mentre l’altro magari è ossessionato dalla camera da letto. E’ meglio che i due riflettano con attenzione, per sapere se stanno condividendo informazioni effettivamente corrette o se parlano in preda alle loro emozioni inconsce.

giovedì 2 novembre 2017

Legge di Stabilità 2018, ecco quali sono i bonus casa

Nella nuova legge di Bilancio trovano spazio i bonus casa. Vediamo quali sono le agevolazioni che cambiano e quelle che restano.
Ecobonus 65% – Confermato per tutto il 2018 l’ecobonus al 65% per le spese di efficientamento energetico in casa. Ma cambia il perimetro degli interventi incentivati: la posa in opera di infissi, di schermature solari e le caldaie a condensazione e a biomasse passano dal 65% al 50%; resta invariato a quota 65% il bonus per pannelli solari per l’acqua calda, pompe di calore e altri interventi sull'involucro edilizio.
Bonus 50% per le ristrutturazioni – Diventa possibile utilizzare il bonus del 50% per le ristrutturazioni per le spese sostenute fino al 31 dicembre del 2018, entro un ammontare complessivo di spesa non superiore a 96.000 euro.
Bonus mobili - Una detrazione del 50% per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici in classe A o A+, per un tetto massimo di 10mila euro. Le detrazioni saranno spalmate in 10 rate.
Bonus verde – Dal 1° gennaio del 2018 diventa detraibile una cifra pari al 36% delle spese documentate relative al verde, fino a un massimo di 5.000 euro per ogni unità immobiliare. Il nuovo sconto sarà dedicato alla sistemazione a verde “di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni”.
Proroga cedolare secca -  Contriariamente alle bozze circolate nei giorni scorsi, viene prorogata la cedolare secca al 10% sui contratti a canone concordato, ma l'estensione varrà solo per il prossimo biennio. Niente stabilizzazione, quindi, e niente allargamento della platea anche agli immobili "non residenziali", rimangono quindi esclusi uffici e negozi.
Sismabonus e bonus condomini – Sul fronte degli ecobonus condominiali rimangono gli sconti del 70 e 75% che vengono confermati fino al 31 dicembre del 2021. Arriverà fino al 2021 il sismabonus, con percentuali variabili tra il 75% e l’85%.
Ecobonus e sismabonus per gli ex Iacp – Gli istituti autonomi case popolari (ex Iacp) potranno usufruire dell’ecobonus per interventi di efficienza energetica realizzati su immobili di loro proprietà, come era già in passato, ma anche su immobili gestiti per conto dei Comuni. Gli ex Iacp potranno accedere al sismabonus fino a una percentuale massima dell'85%.
Fondo di garanzia – Nasce il fondo nazionale per la concessione di garanzie sui prestiti finalizzati alle operazioni di riqualificazione energetica con una dotazione di 50 milioni all’anno tra il 2018 e il 2020, ripartiti tra Ministero dell’Ambiente e Mise. Le famiglie a basso reddito potranno così accedere più facilmente ai prestiti bancari: con questi 50 milioni annui sarà possibile stimolare, in base alle stime del governo, circa 600 milioni di investimenti.
Cessione dei crediti anche per i singoli appartamenti – Diventa possibile trasferire le detrazioni anche per le operazioni effettuate sulla singola unità immobiliare, al di fuori degli interventi condominiali. Chi incamera il bonus potrà, poi, anche trasferirlo nuovamente. Finora la possibilità di trasferire le detrazioni era limitata al solo caso degli interventi sulle parti condominiali.
Requisiti tecnici e massimali – Vengono aggiornati i requisiti tecnici minimi che gli interventi di efficientamento devono rispettare per rientrare nel perimetro dell’ecobonus. Ad occuparsene sarà un decreto del Ministero dello Sviluppo economico. Nel testo andranno anche rivisti i massimali di costo specifici per ogni tipologia di intervento, oltre alle procedure di esecuzione dei controlli a campione eseguiti dall’Enea.